ADDIO “TRIBUNALE” DI NARDO’!

"... la nostra Nardò - è detto in una nota del Coordinamento del Centro Studi “don Milani” - continua ad essere nell’occhio del ciclone dei tagli! Un’altra vittima, oggi, dopo l’ospedale, cade sotto i colpi di scure del Governo Centrale."

NARDO' (Lecce) - "La crisi generale finanziaria che attanaglia la nazione Italia non si ferma! Miete vittime continuamente ed in questa operazione solo poche realtà si salvano!"

E' quanto si legge in una nota del Cordinamento del Centro Studi "don Milani", che così prosegue: In particolare, poi, la nostra Nardò continua ad essere nell’occhio del ciclone dei tagli!

A nulla vale aver affrontatato tanti sacrifici di tempo e di relazioni politiche per dotare o potenziare alcuni servizi essenziali per la comunità di Nardò e per il circondario.

Un’altra vittima, oggi, dopo l’ospedale, cade sotto i colpi di scure del Governo Centrale.

Assistiamo impotenti, dopo appena pochi anni dalla sua inaugurazione e funzionamento, alla chiusura di un meraviglioso gioiello espressivo e connotativo della nostra operosa comunità circondariale!

A metà degli anni ottanta, l’Amministrazione comunale, retta dal prof. Giovanni Però, si incaricò di chiedere il finanziamento necessario al Ministero di Grazia e Giustizia per realizzare la costruzione di una nuova Pretura a Nardò.

Il progetto della nuova Pretura era stato redatto dall’ing. Mario Colomba e dall’arch. Vittorio Manca ed aveva già ricevuto, da parte degli enti locali interessati, il meritato nulla osta.

Per la sua costruzione e finanziamento occorreva il beneplacito del Ministero competente.

Per quegli anni ottanta e per i correnti, la progettazione era altamente moderna, esaustiva sul piano dei servizi previsti, facilmente raggiungibile come sede, funzionale sul piano dei parcheggi, completa di accessori tecnologici, ma oggi per ragioni dei tagli lineari governativi, viene colpita al cuore e quindi chiusa.

La chiusura del “Tribunale” di Nardò ha comportato, inoltre, per la popolazione del distretto, ulteriori disagi e disservizi afferenti alle funzioni dell’Ufficio del Giudice di Pace.

I disagi sociali, economici, giudiziari facenti capo ai cittadini, agli avvocati e agli stessi giudici, provocati da tali chiusure sono facilmente immaginabili!

L’opera, all’epoca, è stata fortemente voluta per superare l’angustia dei locali della Vecchia Pretura, per offrire maggiore fruibilità di spazio agli utenti e liberare Piazza Salandra dai tanti non leciti e accorsati parcheggi.

Il progetto richiedeva un finanziamento ufficiale del vecchio conio di LIRE 5.300.000.000 (cinquemiliarditrecento milioni) a carico del Ministero di Grazia e Giustizia.

Il prof. Però ricorda ancora, come fosse ieri, la lunga ed estenuante trattativa romana per l’approvazione definitiva del progetto e dell’autorizzazione al relativo finanziamento portata avanti personalmente dallo stesso (Sindaco all’epoca) e dall’Ing. Mario Colomba, attraverso un lungo confronto con una Dott.ssa Giudice, donna, molto preparata, particolarmente capace ed esperta preposta dal Ministero di Grazia e Giustizia a tale importante funzione.

La Giudice nell’esaminare il faldone progettuale presentava continue obiezioni ritenendo l’elaborato molto interessante e innovativo ma sovradimensionato per Nardò e oneroso per le casse ministeriali.

Dopo estenuanti trattative e relativi convincimenti, la valutazione del progetto fu positiva tanto da mettere i relativi timbri di autorizzazione e di finanziamento senza apportare alcuna modifica al progetto originale.

Ritornarono a Nardò stanchi e felici per aver conseguito un così meritevole risultato.

L’inizio dei lavori fu immediato! Col passar del tempo, purtroppo, le già note difficoltà tecnico costruttive e finanziarie ritardarono il suo definitivo compimento e la sua apertura istituzionale.

Ora la contingenza finanziaria italiana ha imposto la sua chiusura!

Cosa accadrà all’immobile? avrà altra destinazione? da chi sarà utilizzata?

Intanto dall’alto del suo splendore - conclude la nota - continuerà a rammentare ai passanti di continuare ad essere, al di là della destinazione umana, una luce imperitura riverberante Giustizia, Verità ed Equità.  Ad Mayora!"