"Continuo sinceramente a credere nella buona fede dell’azione politica di Marcello Risi, - dice il consigliere comunale di maggioranza Salvatore Antonazzo - al quale va data, unitariamente, fiducia e sostegno, riconoscendo l'impegno personale profuso in campo. "
NARDO' (Lecce) - Lettera aperta del consigliere comunale Salvatore Antonazzo al sindaco Marcello Risi.
Al mio Amico Sindaco.
Continuo sinceramente a credere nella buona fede dell’azione politica di Marcello Risi, al quale va data, unitariamente, fiducia e sostegno, riconoscendo l'impegno personale profuso in campo.
La “parresia” è una virtù civile, trasparente, luminosa, modesta e priva di cerimonie - in una parola, socratica - che purga gli ascessi della civile società.
Si tratta del diritto e del dovere attribuito al cittadino, e specie all'uomo pubblico, di dire tutto, di non frapporre filtri o deformazioni o censure fra ciò che pensa e ciò che dice: dire tutto, e quindi, dire la verità.
Questo non sempre è conveniente, anzi, impone rischi e quindi richiede coraggio. Rinunciare a incatenare - quindi a compiacere, ad irretire, e dover esiliare il furbesco e il desiderabile - può mettere in pericolo il consenso acquisito e la stabilità conquistata. E questo vale tanto nel rapporto con gli altri che con sé stessi. Si tratta di una scelta che non è mai gratuita: esprimere la verità chiede sempre un costo – anche in termini di amicizia e voti elettorali; si tratta però anche di una scelta da cui dipende la libertà.
Le dichiarazioni esplicitate in un'intervista telefonica rilasciata ieri all'emittente televisiva salentina Telerama, da parte del consigliere provinciale Udc Giovanni Siciliano, lasciano intravedere aspetti poco chiari nella vicenda “Boncuri”, ospedale, temi tecnico-ambientali.
Esplicita altresì sulla persona del primo cittadino (in relazione ad una sua probabile candidatura).
Lo stesso consigliere, sottolinea inoltre sul suo comunicato, di una “immediata” presa di distanze dalle sue dichiarazioni da parte dell’Udc, come effettivamente avvenuto.
Il caso e le circostanze impongono al primo cittadino di sgombrare ogni dubbio da interpretazioni personali o globali, sulla bontà dell'operato della pubblica amministrazione e sul suo futuro.
Di conseguenza mi chiedo: non c’è nessuno accordo - nel quadro politico regionale - compiuto o non tra PD, UDC e SEL? Quale conseguenza diretta, il Sindaco Risi intende superare o soccombere, per il semplice effetto del probabile accordo, concetto, questo, sostenuto dal fatto che la coalizione di questa amministrazione deve essere costruita imperniandosi su tre aspetti: legalità, sviluppo, giustizia sociale?
Risi, elenca diversi punti su cui partire, nella discussione del programma di Governo. Quindi, questo esempio è avanzato più come un appunto di metodo politico che non come pregiudiziale programmatica? In altri termini, il punto per Risi è lo stabilire il metodo per giungere ad un accordo tra forze politiche (e sociali? Al tavolo del centro-sinistra dovranno partecipare anche i cd movimenti sociali?) per fissare un minimo comun denominatore della coalizione?
Per tornare all’oggetto del contendere, innanzitutto va dichiarato il principio di uguaglianza tra tutti gli esseri umani; dei diritti naturali ed imprescrittibili dell'uomo cui deve essere improntata l'azione delle associazioni politiche, che vengono individuati in: libertà della persona, proprietà (diritto "inviolabile e sacro" secondo l'art. 17), sicurezza, resistenza all'oppressione.
Perché il Sel di Nardò ma non solo, al quale riconosco intelligenza ed anche alcune azioni positive da un punto di vista sociale, culturale e politico. “starnutisce sul fazzoletto vendoliano” sulle battaglie, anche “politicamente cruente” che sta conducendo questa amministrazione? L’interrogativo è legittimo e scaturisce dalla constatazione che su questioni come “boncuri“, tutela del territorio sul piano ambientale-paesaggistico e dalle forse probabili infiltrazioni malavitose, sul contrasto al proliferare della violazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell'uomo e sulla connessa piaga del caporalato, non devono esserci starnuti, ma forte comunione di intenti, attraverso una visione diversa dell’attuale, incentrata su una concezione etica e genuinamente politica
In primo luogo bisogna riconoscere che l'intelligenza è distribuita dovunque c'è umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo, mettendola in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, possono davvero entrare in comunicazione l'una con l'altra, scambiare il loro sapere, cooperare. Detto in modo assai generale, per grandi linee, è questa in fondo l'intelligenza collettiva", conclude il consigliere Antonazzo.