"L'allarme per i rischi ambientali connessi al progettato sversamento in mare dei reflui fognari di Nardò e Porto Cesareo ha, indirettamente, oscurato un altro grave pericolo che incombe sul territorio di Nardò."
NARDO' (Lecce) - Riceviamo da Graziano De Tuglie (Fare Verde Puglia) il seguente contributo, che volentieri pubblichiamo.
"L'allarme per i rischi ambientali connessi al progettato sversamento in mare dei reflui fognari di Nardò e Porto Cesareo ha, indirettamente, oscurato un altro grave pericolo che incombe sul territorio di Nardò.
Il rischio rappresentato dal torrente Asso che alla sua naturale funzione di raccoglitore delle acque pluviali si è visto aggiungere, all'inizio degli anni 2000, il ruolo di collettore dei reflui di 26 depuratori fognari del Basso Salento.
Per decisione della Regione Puglia questi depuratori a partire da Scorrano, Maglie, Supersano e tutti gli altri collocati nel bacino idrogeologico dell'Asso, hanno trovato destinazione finale dei propri reflui nel torrente fino alla destinazione fianle dello stesso. Come ben noto il torrente Asso termina nell'inghiottitoio naturale della contrada Colucce e nella vora del Parlatano e recentemente la Provincia di Lecce ha anche riattivato la vora della Notte sussidiaria delle prime due e che nel tempo si era interrata.
Quindi in questi inghiottitoi naturali si convogliano, come sempre, le acque pluviali ma, da dieci anni a questa parte, anche tutti i reflui di tanti depuratori che non sono proprio particolarmente efficienti.
Questo comporta che nel sottosuolo carsico del comune di Nardò viene convogliata una quantità notevole di acqua di fogna non sufficientemente depurata. Con i rischi che ciò comporta e che non sono stati approfonditi. Fidando troppo nella capacità depurativa delle rocce carsiche.
Un'accurato studio della situazione ha però dato risultati preoccupanti. Lo studio è stato condotto tra il 2003 e 2004 da Costantino Masciopinto e Rosanna La Mantia del CNR-Istituto Ricerca sulle Acque e da Edoardo Jatta e Agata Calvario del Dipartimento Medicina Interna e Medicina Pubblica dell'Università di Bari.
Le risultanze dell'indagine pubblicate sul numero 5 del 2004 della rivista specializzata "L'Acqua" riportano dati inquietanti soprattutto nel paragrafo 5 della relazione che individua in un pozzo domestico a 3 km dagli inghiottitoi la presenza dei Poliovirus 2 e 3 sia pure in concentrazioni che ne certificano il sostanziale abbattimento ma che sono significativi della composizione delle acque sversate alla vora delle Colucce.
Questo significa che l'Asso rappresenta un rischio per l'intero territorio neritino che dovrebbe essere continuamente monitorato mentre non si hanno notizie di controlli successivi allo studio citato; l'amministrazione comunale dovrebbe quindi effettuare le opportune verifiche con la maggior accuratezza possibile.
Ancora di più i cittadini di Nardò e la sua amministrazione dovrebbero rendersi promotori di una campagna di opinione che propugni il divieto di conferimento dei reflui fognari nel torrente Asso procedendo alla costruzione di appositi impianti di affinamento per l'uso irriguo degli scarichi dei depuratori.
E' questa una vera e propria cartina di tornasole per la sensibilità ambientale dei nostri amministratori che non possono perseguire uno sviluppo turistico se il territorio continua a rimanere pericolosamente esposto a rischi del genere.
Graziano De Tuglie – FARE VERDE"