"In che consiste il progetto? Dodici scatti per dodici movimenti musicali. Forse diventeranno un piccolo calendario da scrivania? Forse delle cartoline virtuali da spedire ad amici e conoscenti? Forse biglietti d'auguri per parenti che si trovano all'altro capo del mondo? O accattivanti messaggi pubblicitari per attrarre visitatori 'collezionisti' della bellezza della nostra terra?"
NARDO' (Lecce) - Riceviamo da Paolo Marzano e Fernando Pero il seguente contributo, che volentieri pubblichiamo.
"In che consiste il progetto? Dodici scatti per dodici movimenti musicali. Forse diventeranno un piccolo calendario da scrivania? Forse delle cartoline virtuali da spedire ad amici e conoscenti? Forse biglietti d'auguri per parenti che si trovano all'altro capo del mondo? O accattivanti messaggi pubblicitari per attrarre visitatori 'collezionisti' della bellezza della nostra terra?
Una cosa è certa, la rete si sta riempiendo, grazie a voi, di questi fotogrammi che, tra immagini e musica, tradurranno e indicheranno le vie della bellezza intono a noi.
Un'idea che contribuisce all'arricchimento culturale dei cittadini turisti osservatori e curiosi, per approcciare diversamente questi splendidi paesaggi. Continua sempre più con impegno e silenziosa dedizione (assolutamente in maniera volontaria) per cui chiara e la passione per questa terra, la divulgazione delle immagini del progetto di Paolo Marzano e Fernando Pero per la salvaguardia e la difesa delle bellezze di Nardò. I due creativi da tempo e con grande impegno, sia nell'associazionismo sia nello sport, continuano a seguire l'obiettivo di 'allargare' la conoscenza della cultura paesaggistica neritina, in quegli ambiti diversificati d'interesse collettivo per cui la 'passione' e la voglia di credere in una città migliore, diventano lungimirante direttiva di crescita civica e concreto sviluppo sociale.
"Si tenta così - dice Paolo Marzano - di ricercare un modo di educare il nostro sguardo alla contemplazione, declinata nel tempo, dalla meraviglia e dallo stupore, sentimenti declassati ed emarginati, esuli del nostro tempo. D'altronde l'arte di saper distinguere e vedere le potenzialità intrinseche degli oggetti, variandone l'intensità e la densità funzionale delle loro relazioni con il mondo, ha sempre condotto le civiltà ad evolversi nelle sue varianti formali e significanti, simulando la diversità e la molteplicità dei semplici 'eventi' naturali.
Alla nostra sensibilità rimane (se competentemente educata a questo), il lavoro audace e prettamente sperimentale, ma estremamente educativo, di 'unire i tanti puntini' per 'vedere' forme concettuali nuove, distinte dal 'fondo' caotico di quel 'carattere co(di)struttivo', assolutamente rigenerante, del nostro incredibile quotidiano, sempre e comunque, sostenibile".
Paolo Marzano e Fernando Pero