L'ARTISTA SALENTINO PRESENTA LA STORIA DI UNA SCULTURA DEDICATA AL TEMA DELLA PACE
LECCE - E' intitolata "Cascata Lunare" una creazione di Luigi Corvaglia, di cui abbiamo ricostruito l'evoluzione storico-artistica, realizzando una ricerca introspettiva a colloquio diretto con l'autore.
D - Maestro Corvaglia, ci descriva la storia ed i motivi ispiratori della Sua scultura denominata "Cascata Lunare".
R. – Questa scultura è nata nel 2010 ed è stata completata nel mese di marzo del corrente anno, attraverso una delicata sfumatura dei tratti che la compongono, mediando la ricchezza dei significati che rappresenta. Nell'insieme, quindi, i motivi della mia "Cascata Lunare" alludono al concetto della Pace.
Il volto umano rappresenta il pensiero terreno, concentrato su tale ideale, da cui scaturiscono comportamenti di vita quotidiana.
L'idea di Pace, al contempo, si concretizza nella figura di una colomba - con un ramoscello d'ulivo - protesa a diffondere nel mondo il significato di questo alto valore, per promuoverne universalmente il suo perseguimento, in modo intenzionale e costante.
D - Nelle sue creazioni è percepibile una propensione pedagogica, sintetizzabile in termini di riflessione sulla dimensione spirituale della vita, rispetto della persona umana e considerazione dell'identità di genere. Risulta evidente, infatti, la tendenza a valorizzare i lineamenti visivi, che colpiscono e fanno virare la mente dell'osservatore. Come nasce questa sua vocazione artistica?
R. – La mia visione della realtà nasce fondamentalmente tanto da ciò che vedo per strada, quanto dal frutto di un lavoro di studio e riflessione personale. Nelle opere artistiche che realizzo, quindi, cerco sempre di trasmettere idee, emozioni e valori, facendo leva su un metodo capace di concretizzare in forma originale il pensiero, per poi donarlo in termini di bellezza fruibile dall'osservatore.
Nella mia crescita professionale, la pittura e la scultura hanno costituito - fin dall'inizio - le vie maestre di uno spontaneo fare arte, ossia di un modo di rappresentare i vissuti all'insegna della creatività, utile a coniugare il presente col passato, la dimensione umana con quella spirituale, il reale con l'ideale, il concreto con la fantasia.
Credo, inoltre, che le opere, una volta concepite, maturino la loro vita inaspettata, che si genera e cresce in modo autonomo nell'immaginario di chi guarda. Sono convinto, infatti, che il mio umile contributo termini con la loro creazione.
D - Pessimismo, speranza, tenacia, equilibrio, umiltà, fede e passione rappresentano i "colori psicologici" della sua tavolozza ideativa, capace di generare una sorta di umanesimo artistico. Come nasce questo modus operandi, particolarmente ancorato alla terra del tacco d'Italia?
R. – Tutti i termini-valori da Lei indicati, oltre ad avere una valenza universale, si declinano mirabilmente nell'identità del nostro Salento. L'occhio dell'osservatore sensibile, infatti, li può scorgere nelle venature della porosità propria della pietra leccese, come pure nella compattezza della pietra viva locale.
Questa ideale tavolozza ispirativa si può manifestare tanto attraente - come quelle distese sabbiose della costa che unisce Gallipoli a Leuca - quanto aspra e profonda, come le scogliere che si affacciano sull'Adriatico.
Per realizzare questo mio modus operandi, quindi, è necessario mantenere desta l'ispirazione e la voglia creativa. Ciò non è facile, ma la strategia per continuare esiste:occorre non cedere mai, scegliendo idealmente di non annerire ma di colorare, di non distruggere ma di creare, di non sprofondare ma di volare, interpetrando quotidianamente il presente che si realizza.
Paolo Palomba