Lo ribadisce Carlo Mazzini citando l'esame tecnico alla Legge di Stabilità 2014 esaminata dal Servizio Bilancio della Camera. Le associazioni lanciano un nuovo appello per eliminare il tetto.
LECCE – Il CSV Salento informa che continua la lunga odissea del 5 per mille dell'IRPEF stabilito dalla Legge di Stabilità per il 2014. In discussione alla Camera, la Legge stabilisce un tetto di 400 milioni di euro, un limite su cui le organizzazioni non profit si battono da tempo che ora si trovano nuovamente riunite in un nuovo appello rivolto ai Parlamentari per la sua eliminazione. Si aggiunge una nuova motivazione alla causa sollevata da Carlo Mazzini che ricorda come il tetto non possa considerarsi un limite di spesa bensì una previsione di spesa (art 1, c 131 del ddl). La precisazione viene proprio dal Servizio Bilancio della Camera, nell’esame tecnico della Legge di Stabilità 2014.
«Sotto il profilo metodologico – si legge – tuttavia, si ricorda che il meccanismo di attribuzione della quota Irpef del 5 per mille si basa sulle opzioni dei contribuenti. Pertanto i relativi oneri possono risultare variabili di anno in anno in ragione delle scelte effettuate e, di conseguenza, non appaiono circoscrivibili - in linea di principio - entro limiti di spesa. Ciò considerato, l’eventuale mancata rispondenza dell’onere rispetto al fabbisogno finanziario derivante dalle opzioni espresse potrebbe determinare la necessità di integrare successivamente lo stanziamento con norma di rango legislativo».
La Legge è ora al vaglio dei componenti della V commissione della Camera che stanno presentando e valutando le proposte emendative alla legge di stabilità. Il 5 per mille, quindi, per potersi dire “cinque per mille dell’IRPEF” deve consentire alle organizzazioni di ricevere il “5 per mille” attribuito dai contribuenti. «Dato che il numero dei contribuenti – spiega Mazzini – e il reddito (quindi le imposte) variano di anno in anno, non è possibile limitare la spesa, ma prevederla; e nel caso in cui la previsione si rivelasse sbagliata (per difetto) sarà necessario con successiva legge stanziare altre risorse».
Le associazioni che hanno presentato l'appello chiedono, non solo l'eliminazione del tetto di spesa sul 5 per mille, ma anche «la formulazione di una proposta normativa – sottolinea ancora Antonella Moretti, direttore generale dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) – che ne fissi i criteri base in maniera definitiva, stabilizzando questo procedimento e sottraendolo alla contingenza economico-finanziaria, come succede invece oggi. In tal senso, siamo pronti, insieme a tutte le altre organizzazioni che sono al nostro fianco in questa battaglia, a dare il nostro contributo per un processo condiviso e risolutivo che porti a una regolamentazione strutturale del 5 per mille».
«Chiediamo – dichiara ancora Moretti – che ci sia dato tutto quello che 17 milioni di cittadini italiani hanno deciso di destinare alla ricerca scientifica con il 5 per mille. Per noi e per la nostra Fondazione FISM, questo significa una perdita di 2 milioni e mezzo di euro di fondi da destinare alla ricerca sulla sclerosi multipla negli ultimi due anni». Alla compagine di organizzazioni che finora già avevano animato la questione, si sono aggiunte Amnesty International, la Fondazione ANT e SOS Villaggio dei Bambini, che si sono schierate anch’esse a fianco della citata AISM e di ActionAid, AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro), AMREF (African Medical and Research Foundation), AIC (Associazione Italiana Celiachia), CESVI (Cooperazione e Sviluppo); Emergency, FAI (Fondo Ambiente Italiano), Fondazione Don Gnocchi; Fondazione Telethon, Greenpeace, Lega del Filo d’Oro, Medici senza Frontiere, Save the Children, Terre des Hommes, Unicef, World Vision e WWF.
Miriam Ratta