27 GENNAIO 2022, IN RICORDO DELLA SHOAH

Il ricordo costituisce il mezzo più efficace per contrastare la tendenza a banalizzare e a rimuovere dalla coscienza alcuni nodi cruciali del secolo appena trascorso. E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro.

NARDO' (Lecce) - La storia del genere umano ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini. Quello attuato in Europa nel Novecento contro gli Ebrei differisce dagli altri soprattutto per le sue caratteristiche di radicalità e scientificità.

Mai era accaduto che persone venissero arrestate per essere deportate in un luogo appositamente destinato al loro brutale assassinio, praticato, perdipiù, con modalità tecnologicamente evolute.

Ricordarsi di quelle vittime serve a mantenere memoria delle loro esistenze e dei perché esse vennero troncate.

E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro.

Ricordare è un diritto e un dovere, perché la memoria della tragica esperienza del totalitarismo nazista e della successiva Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo sono il più importante patrimonio di esperienza che abbiamo contro il rischio di viverla di nuovo.

Oggi, come ieri, si vuole riaffermare la volontà di non dimenticare, di non rinunciare al bene comune della memoria. Il ricordo costituisce il mezzo più efficace per contrastare la tendenza a banalizzare e a rimuovere dalla coscienza alcuni nodi cruciali del secolo appena trascorso.

E tra le questioni più emblematiche va segnalata, nonostante da allora sia passato quasi un ottantennio, la Shoah.

Molti Stati Europei hanno istituito un "giorno della memoria". L'Italia lo ha fissato al 27 gennaio: la data in cui nel 1945 fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz.

In effetti altri Ebrei, d'Italia e d'Europa, vennero uccisi nelle settimane seguenti. Ma la data della Liberazione di quel campo è stata giudicata più adatta di altre a simboleggiare la Shoah e la sua fine.

Il Parlamento Italiano, infatti, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 ha istituito il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

L'articolo 2 della citata legge prescrive che in occasione del Giorno della Memoria siano organizzati "cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere".

Anche quest'anno, nonostante il Covid 19, sono tantissime le celebrazioni a distanza promosse per il Giorno della Memoria. La celebrazione ufficiale si svolgerà domani al Ministero dell’Istruzione, a partire dalle 11, con la partecipazione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Noemi Di Segni.

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ricorda che Il Giorno della Memoria è una celebrazione che vive dell’impegno delle comunità scolastiche e di tutti coloro che avvertono l’importanza del ricordo come argine al ritorno di ondate di odio e discriminazione inaccettabili. Solidarietà, rispetto, accoglienza: sono questi i valori ai quali educhiamo studentesse e studenti nelle nostre scuole”.

«Nel cuore dell’Europa - afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione.

La giornata della Memoria ... ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia.

Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas - conclude il Capo dello Stato - è diventato il simbolo dell'orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l'uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte».

 Angelo Losavio