AL VIA A NARDO' IL 'POLO DEI MODERATI'

 Nasce oggi il 'Polo dei moderati', con l'ambizioso obiettivo di "ridare dignità e buon governo alla Città" e, soprattutto, con la voglia di sottoscrivere "un patto di servizio di fronte alla cittadinanza". 

 

NARDO' (Lecce) - Nasce oggi il 'Polo dei moderati', con l'ambizioso obiettivo di "ridare dignità e buon governo alla Città" e, soprattutto, con la voglia, alquanto singolare, di sottoscrivere "un patto di servizio di fronte alla cittadinanza". 

La coalizione, costituita da 3 partiti (Udc, Conservatori e Riformisti, Fratelli d'Italia) e 3 movimenti civici (Nuovocorso, Obiettivo Comune, Grande Nardò) intende "rilanciare lo sviluppo socio-economico della Città e garantire prospettive concrete alle nuove generazioni", nonchè  "alimentare nei giovani, nelle donne, negli uomini, che vivono momenti di sconforto per la crisi che continua a caratterizzare la vita del nostro Paese, la speranza" che "tutto è possibile se recuperiamo la fiducia in noi stessi".

Ovviamente, è impossibile prescindere da un'efficace progettualità e dalla definizione di chiari indirizzi politici. Del resto, in un contesto generalizzato di mediocrità, non si può non invocare uno stile comunicativo più diretto e anticonvenzionale, così come non si può non chiedere il ripristino del primato della politica, come ricerca e affermazione dell'interesse generale, e sperare che i politici si arricchiscano di nuove motivazioni ideali e dimostrino di saper esprimere cultura e moralità.

Purtroppo, manca, da molti lustri, la colta e buona politica, che spesso necessita soltanto di competenza, passione e determinazione. Regnano sovrani, invece, la supponenza, l'arroganza, l'autoreferenzialità, ma anche il pressappochismo, l'improvvisazione e l'inconcludenza.

Come si può, ad esempio, cambiare il volto di una Città se non cambiano i registi, gli attori e soprattutto il copione?

Mi torna in mente il romanzo "Le città invisibili" di Italo Calvino e mi convinco, sempre più, che "è inutile stabilire se Zenobia sia  da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati".

In buona sostanza, per cambiare la Città di Nardò non credo sia sufficiente la sola "fiducia" in se stessi; serve, prioritariamente, il recupero della credibilità e della fiducia nei confronti della politica e della classe politica, nonchè l'evocazione dell'emblema cittadino "TAURO NON BOVI", e non solo in senso scaramantico, che ha rappresentato per tutti i neritini l'orgoglio del presente e la speranza per il domani.

Angelo Losavio