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Inserito 03 Ottobre 2024
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da Redazione
“Quarantanove dimissioni volontarie in diciotto mesi: su questa emorragia di risorse umane che l’Arpa Puglia registra da gennaio 2023 ho voluto accendere i riflettori della seconda Commissione del Consiglio regionale”
BARI - Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Quarantanove dimissioni volontarie in diciotto mesi: su questa emorragia di risorse umane che l’Arpa Puglia registra da gennaio 2023 ho voluto accendere i riflettori della seconda Commissione del Consiglio regionale, con l’audizione del management dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale.
La domanda che ho posto è semplice: perché i dipendenti Arpa, perlopiù tecnici specializzati con master e dottorati, e quindi difficilmente sostituibili, scelgono di lasciare un posto di lavoro sudato con concorso pubblico e di rinunciare alla possibilità di carriera per ricoprire ruoli meno remunerativi come l’insegnamento?
È emersa la grave carenza di personale, che supera di poco la metà della pianta organica, e alcuni rappresentanti sindacali hanno confermato il malcontento che serpeggia nel personale, dovuto al diniego di legittime richieste di mobilità, smart working, lavoro agile. Tutti strumenti previsti dal contratto di lavoro e largamente adottati nelle amministrazioni pubbliche, come la stessa Regione Puglia, perché portano risparmio e benessere dei lavoratori, facilitando la conciliazione dei tempi di vita-lavoro.
Ma il direttore generale di Arpa, Vito Bruno, ha minimizzato parlando di dimissioni fisiologiche e rivendicando anzi uno sforzo per l’incremento del personale, nei limiti dei vincoli imposti dal patto di stabilità. Nessun problema, dunque, stando alla sua narrazione. Resta invece un malessere strisciante, perché dietro i numeri ci sono persone, storie familiari, sacrifici.
E i numeri non tornano.
Anche sul caso Taranto, con la decisione di trasferire le competenze direzionali del Polo Micro-inquinanti alla direzione scientifica di Bari, accorpandolo al Centro Regionale Aria di Arpa Puglia, abbiamo chiesto chiarimenti. Ma anche qui, risposta evasiva: non cambierà nulla nella sostanza. E allora, perché cambiare?
Usciamo da questa audizione con la consapevolezza di aver portato all’attenzione pubblica il problema gestionale di Arpa Puglia, che evidentemente rappresenta un nervo scoperto viste le reazioni scomposte di qualche consigliere di maggioranza. Un problema che comunque non si risolve con l’annunciato aumento di personale ma con un nuovo modello organizzativo, attento ai bisogni delle persone dal cui lavoro dipendono monitoraggi e interventi su materie vitali come ambiente e salute pubblica”.