"Ad esempio, potrebbe suggerirgli di evitare incontri quanto meno imbarazzanti con familiari di mafiosi o esortarlo a recarsi finalmente nelle sedi giudiziarie competenti per denunciare chi lo calunnia raccontando fatti di inaudita gravità"
Tutto il resto sono solo chiacchiere autocelebrative a mezzo stampa. Talk is zero, verrebbe da dire, alla luce dello studio dell’inglese che vede impegnato Decaro in questo periodo di apprendistato europeo. Anche sulle infiltrazioni mafiose nelle società partecipate del Comune di Bari, parla sempre come se non fosse stato lui il sindaco della città per 10 anni.
Se la criminalità organizzata ha avuto libero accesso in realtà importanti come Amtab è anche e soprattutto perché qualcuno ha lasciato la porta aperta. Se ci sono stati 150 arresti ed è intervenuta una commissione d’indagine, Decaro non può fare finta di niente.
Chi è a capo dell’amministrazione comunale non può essere considerato alla stregua di chi si trovava a passare da quelle parti per caso. Il vero contrasto alle mafie si fa poi anche evitando di incontrare personaggi dall’acclarato calibro malavitoso. E se c’è un pentito, ritenuto credibile per tutto il resto, che fa accuse circostanziate, non si può ignorare il fatto come se nulla fosse.
Nonostante ciò, mi auguro naturalmente con tutto il cuore che il Consiglio dei Ministri risparmi alla città di Bari l’onta del commissariamento. Tuttavia, l’incuria e il malgoverno di Decaro, che questo stato di cose hanno generato, non possono certo essere dimenticati o, peggio ancora, silenziati”.
Lo dichiara il deputato della Lega, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera.