-
Inserito 16 Gennaio 2025
-
da Redazione
“Suggellare in Costituzione quello che già il Codice prevede, con una giusta separazione delle carriere di magistrati che svolgono funzioni completamente diverse, non solo è legittimo, ma indispensabile”
ROMA - “La separazione delle carriere è un atto dovuto. Anzi, arriva molto in ritardo rispetto al passaggio dal sistema inquisitorio a quello accusatorio, intervenuto con la riforma di 36 anni fa.
Il pubblico ministero di oggi non può essere considerato alla stessa stregua del pubblico ministero di un tempo.
Nel 1989 è stata fatta una scelta decisiva, un vero e proprio spartiacque, con il Pm posto sullo stesso piano della difesa e un giudice terzo chiamato a decidere.
Suggellare in Costituzione quello che già il Codice prevede, con una giusta separazione delle carriere di magistrati che svolgono funzioni completamente diverse, non solo è legittimo, ma indispensabile.
D’altronde, di questo tema si discute da tanti anni e non sono mancati illustri opinionisti e perfino qualche presidente del Consiglio di sinistra che si sono espressi a favore della riforma.
Chi oggi, dunque, dai banchi dell’opposizione sostiene con evidente pregiudizio che si vorrebbe minare l’integrità della magistratura o, peggio ancora, assoggettarla al potere politico, non solo dimostra di non aver letto il testo della legge, ma ignora, o finge di ignorare, che la scelta dei padri costituenti sarebbe stata completamente diversa in presenza di un sistema accusatorio, quale quello attualmente vigente.
E nulla sarebbe cambiato, come nulla cambierà ora, in termini di autonomia e di indipendenza della magistratura. I processi si fanno nelle aule di giustizia, non alle intenzioni.
Specie quando non si ha nessun titolo e tanto meno argomenti tecnici per dare lezioni di moralità e democrazia”.
Lo dichiara il deputato della Lega, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera.