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Inserito 31 Gennaio 2025
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da Redazione
“Non c’è una camera calda per il trasbordo del paziente in un’area sicura, isolata e climatizzata, ma c’è un unico ingresso condiviso con tutti gli altri utenti, promiscuo, scomodo e pericoloso. Questa la situazione che ho verificato questa mattina, nell’ispezione al pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano”
SCORRANO (Lecce) - Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Non c’è una camera calda per il trasbordo del paziente in un’area sicura, isolata e climatizzata, ma c’è un unico ingresso condiviso con tutti gli altri utenti, promiscuo, scomodo e pericoloso. Questa la situazione che ho verificato questa mattina, nell’ispezione al pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano.
In caso di codice rosso, dov’è richiesta particolare rapidità e cautela, gli operatori del 118 devono stare bene attenti ad evitare che il paziente cada dalla barella, perché all’ingresso c’è uno scivolo per metà in cemento e per metà in ferro, molto insidioso. Una vera operazione di equilibrismo…
Tutto questo avviene da almeno due anni. La situazione è andata via via peggiorando: prima c’era una sorta di camera calda poi trasformata in sala d’aspetto, poi un’area esterna riservata alle ambulanze sotto una tettoia per proteggere dalle intemperie, che però è stata delimitata con nastro segnaletico ed è inaccessibile, impedendo l’accesso alla porta che prima veniva utilizzata per consentire l’accesso esclusivo delle barelle al pronto soccorso, bypassando la sala d’aspetto.
Quindi dalla stessa porta in alluminio, con i distributori automatici proprio vicino all’ingresso, entrano barelle e pedoni, senza percorsi distinti che dovrebbero essere garantiti per sicurezza e per privacy. E il paziente in barella dev’essere trasbordato dall’ambulanza senza alcuna protezione da pioggia, vento e sole.
Zero privacy, e zero sicurezza per pazienti e operatori del 118. Il paradosso è che c’è un progetto già pronto per l’adeguamento dell’accesso al pronto soccorso di Scorrano, presentato più volte ma fermo, senza che Asl e Regione abbiano dato seguito.
Un altro drammatico esempio dello sfascio dell’assistenza sanitaria per i cittadini della provincia di Lecce. L’elenco dei disservizi si allunga, e ancora una volta ne chiediamo conto all’assessore alla sanità Piemontese e al presidente Emiliano”.