La scuola per gestire i beni comuni è Sibec

Si chiama Sibec ed è la nuova scuola per la gestione dei beni comuni inaugurata ieri, 15 dicembre a Trento, promossa da Euricse, Labsus e Università degli Studi di Trento. L'apertura del primo corso è prevista per febbraio 2016

La prima scuola nazionale per la formazione alla gestione condivisa dei beni comuni, Sibec, apre le porte il 15 dicembre, dando il via alle iscrizioni. Nasce a Trento dopo una lunga gestazione che ha visto collaborare l'Istituto Europeo di Ricerca sull'Impresa Cooperativa e Sociale, Euricse, il Laboratorio per la Sussidiarietà, Labsus, e l'Università degli Studi di Trento.

Il sito ufficiale è stato messo online per una prima prova solo ieri e, come conferma Paolo Fontano di Euricse, ci sono stati subito due iscritti; ciò non fa altro che rimarcare il grande interesse verso i beni comuni che negli ultimi anni si sta sempre più accentuando nei cittadini, come nelle amministrazioni. In realtà, la ripresa alla partecipazione sociale è apparsa subito chiara dalla pubblicazione dei dati delRapporto Coop 2015, i quali hanno evidenziato come la sostenibilità etica, sociale ed ambientale sono arrivate a condizionare anche le scelte nei consumi.

«Questa scuola può essere 'popolare', nel senso di coinvolgere fasce sempre più ampie di popolazione, che da un'indagine Swg si dimostra sempre più interessata a un nuovo paradigma economico, fondato sulla condivisione e sulla cooperazione» sottolinea ancora Flaviano Zandonai di Euricse, e continua sostenendo che tale interessamento «lo si vede anche nei tanti esempi pratici, dalla gestione dei beni confiscati agli spazi delle ex ferrovie ai casi di recupero di relitti del'900”».

Certamente ad evidenziare la voglia di partecipare alla gestione dei beni comuni è testimoniata dall'approvazione del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini ed amministrazioni per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani di Labsus nel comune di Bologna, e diffusosi molto preso in altri 65 comuni, anche se, in realtà, altre 82 approvazioni stanno per raggiungere il capolinea.

Come spiega Giorgio Arena, presidente di Labsus, i cittadini attivi si stanno moltiplicando proprio perché sta decadendo l'idea di un'amministrazione responsabile unica dei beni comuni a favore di un senso di responsabilità nuovo da parte della comunità che intende fornire risposte ad un problema, ma anche di un senso di solidarietà migliorato, che non guarda solo al prossimo ma anche all'ambiente circostante. Oggi quindi essere un cittadino attivo significa soprattutto essere un cittadino autonomo che dinanzi ai problemi si attiva direttamente per risolverli.

Ad agevolare tale senso di responsabilità, autonomia, solidarietà corre in aiuto l'art. 118 della Costituzione, che introduce il concetto di sussidiarietà, grazie al quale «I cittadini attivi costringono la pubblica amministrazione a uscire dall'autoreferenzialità, e a imparare a usare l'apporto di competenze, conoscenza del territorio per il benessere di tutti. Non deve essere un ritrarsi del pubblico davanti all'iniziativa privata, ma un patto di collaborazione, in cui bisogna essere preparati, per questo è utile una scuola di formazione».

Tutto ciò ha condotto anche a ripensare l'uso e la gestione degli spazi sociali, soprattutto quelli in stato d'abbandono o dismessi, proprio attraverso la collaborazione fra cittadini, volontari ed amministrazione possono trovare nuovi utilizzi, e nuove funzioni.

A partire da febbraio 2016 il primo corso, diviso in 4 moduli, sarà un percorso formativo itinerante, durante il quale alla pratica corrisponderà la teoria, e ciascuna di essa sarà in grado di insegnare ed imparare dall'altra. Il corso è rivolto ai funzionari delle pubbliche amministrazioni e ai professionisti del profit e non profit. Le città in cui si svolgerà il primo corso saranno Milano, Caserta, Firenze e Lecce; in particolare la tappa leccese del Sibec sarà nel Comune di Calimera dove, in collaborazione con il CSV Salento, si farà il punto sulle tematiche ambientali.

Sandrino F.sco Ratta