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Inserito 04 Maggio 2015
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da Redazione
"So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola - afferma il premier Matteo Renzi - e sono pronto a incontrare chiunque, ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo".
ROMA - Scatta domani, martedì 5 maggio, lo sciopero generale nazionale della scuola indetto unitariamente, dopo 7 anni dall'ultimo, dai sindacati più rappresentativi del comparto: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. In sei piazze si terranno altrettante manifestazioni: Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma vedranno sfilare docenti, personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata) e studenti, anche universitari.
Lo sciopero è stato proclamato contro la riforma del governo Renzi chiamata "La buona scuola". In particolare i sindacati chiedono che nel disegno di legge ci sia "un piano di stabilizzazioni articolato e immediato che garantisca stabilità" ai lavoratori precari e criticano le nuove disposizioni in materia di scatti e retribuzioni ("materie che sono soggette a disciplina contrattuale sulle quali ancora una volta il Governo non intende sedersi a un tavolo con le organizzazioni sindacali") e il nuovo ruolo conferito ai presidi ("lo strapotere affidato ai dirigenti attraverso la chiamata diretta dei docenti").
Susanna Camusso, segretario Cgil, spiega le ragioni della protesta in un'intervista a Repubblica: "Il governo non è nelle condizioni di fare le assunzioni per l'inizio dell'anno. E ha posto criteri assai discutibili che dividono in modo arbitrario i precari".
Secondo la leader Cgil "questa è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento, che affida a un singolo la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. È una scuola elitaria, non di tutti. Le risorse che ci sono, peraltro scarse, vanno a chi primeggia, e delle scuole di Scampìa o dello Zen di Palermo che ne facciamo?".
Domani non è prevista una manifestazione nazionale, ma sei cortei distinti in altrettante città nelle quali si raduneranno i manifestanti delle regioni limitrofe.
Le contestazioni al premier
"So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque, ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo". Matteo Renzi ha risposto così alle contestazioni. "Cari democratici, prendiamoci un impegno: non ci fermeremo a cento metri dal traguardo. Taglieremo il traguardo sulla legge elettorale, le riforme, sulla necessità di dare più soldi alla scuola pubblica e lo faremo senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccarci".