A Cavallino si ride con il vernacolo salentino

Per «Estate Cavallinese» domani sera in piazza Mater Ecclesiae a Castromediano c’è la commedia «L’amore allu tiempu de li loti » con la compagnia «Piccolo Teatro Scorranese»

CAVALLINO (Lecce) - Dal capolavoro di Gabriel Garcia Marquez L’amore ai tempi del colera, la trasposizione in salsa salentina “L’amore allu tiempu de li loti”. Ecco la nuova commedia in vernacolo leccese in tre atti di Fernando De Luca che la compagnia teatrale Piccolo Teatro Scorranese porterà in scena  oggi 15 luglio in piazza Mater Ecclesiae a Castromediano. Continua così nel segno del dialetto salentino l’«Estate Cavallinese», la rassegna di appuntamenti siglata dall’Amministrazione Comunale di Cavallino. Inizio ore 21, ingresso libero.

Il Piccolo Teatro Scorranese

La favola del Piccolo Teatro Scorranese, ha inizio nel 1976, quando un gruppo di giovani e meno giovani, molti dei quali facenti parte dell’Azione Cattolica locale, decidono di cimentarsi nella recitazione di alcune opere teatrali spronati dall’allora amato parroco Don Beniamino Guida, entusiasta dell’idea. I giovani esordiscono con due lavori: La casina di campagna e Lu senatore, quest'ultima del grande Maestro Raffaele Protopapa.

Nel 1977 viene rappresentato La Vergine di Tropea, dramma sacro in quattro atti, sulla vita della protettrice del paese S. Domenica; la regia è affidata al compianto professor Antonio De Donno. Nello stesso anno nasce L’aquila d’oro, manifestazione canora per bambini. Il 1977 termina alla grande con la fondazione ufficiale: il Piccolo Teatro Scorranese diventa a tutti gli effetti una associazione teatrale non a scopo di lucro, con Uccio Pispico primo, storico presidente.

Nel ’78 Paparino e Fortunato e nel ’79 I morti non pagano le tasse non fanno altro che accrescere la popolarità del P.T.S., ribadita implacabilmente anche l’anno successivo con il nuovo lavoro a sfondo religioso La bella Signora!, laude del De Donno alla Madonna di Fatima. Gli anni ’80 si aprono con la spassosa commedia La pentola di Lucullo.

Nell’81 ben due lavori: Lu Requenzinu ‘nnamuratu (in collaborazione con i bambini delle scuole elementari) e soprattutto Rrobba t’emicranti, che trattando il tema dell’emigrazione, tristemente noto ai salentini, fa sorridere e commuovere allo stesso tempo. Nell’82 Scurranisi allu ‘nfiernu, nell’83 La passione di Cristo, nell’85 Li cumprumessi sposi, mastodontica Via Crucis itinerante in collaborazione con l’ Azione Cattolica e nell’86 Metti una suocera in casa, non fanno altro che aumentare la popolarità del teatro.

Nel 1986, l’associazione inizia a collaborare con il popolare autore sancassianese Vincenzo Abati. La prima commedia rappresentata è E mò…fazza Diu!, probabilmente la opus magnum dell’Abati, con la quale il P.T.S. ottiene un grossissimo successo. E’ un periodo d’oro: la popolarità è in forte ascesa, grazie anche al successo negli anni successivi di altre pietre miliari dell’Abati, come Lu Puparu, Lu scazzamurreddhu e La pignata; con quest’ultima nel 1989 il P.T.S. concorre e vince alla rassegna "Teatro nel Salento" tenutasi al Politeama Greco di Lecce. Dopo Lu cumprumessu matrimoniale il sodalizio con l’Abati viene temporaneamente sospeso, infatti nel 1991, viene rappresentata L’acchiatura di Raffaele Protopapa.

Nel novembre ’96, grazie a Focu meu ‘mpizzicatu, il P.T.S. riceve l’invito e l’onore di recitare in Svizzera, a Zurigo, presso il circolo "Amici Dietikon" formato dai nostri conterranei all’estero. La simbiosi tra il P.T.S. e l’Abati e i vari successi conseguiti incrementano la tournèe estiva che in quegli anni sfonda il tetto delle trenta serate. Nel ’97 la toccante Terra tumara chiude fastosamente la trilogia delle nuove opere dell’autore sancassianese. Il ’98 e ’99 è il biennio del revival: il pubblico gradisce la riproposizione di E mo…fazza Diu! e Lu puparu non solo per la loro bellezza artistica, ma anche perché il lavoro dei tecnici è superlativo. L'attenzione rivolta alla realizzazione dei costumi e della scenografia, gli accattivanti giochi di luce e le colonne sonore fanno da contorno agli attori, taluni di ventennale esperienza (l’attuale presidente Vito Maraschio, Wanda Rausa, Carlo Stefanelli, Pina Fracasso, Vito Siciliano), che si esaltano nel confronto col passato. In più le opere sono arricchite con delle originali trovate sceniche che coinvolgono la gente: nell’immaginario collettivo rimane indelebile la scena culmine di Fazza Diu! quando entra in scena l’orchestra che, tra lo stupore generale, intona la "Marcia di Radetzky" e gli spettatori scandiscono il ritmo con il battito delle mani fino a quando i musicisti non scompaiono tra la folla in tripudio! Altra scena indimenticabile la processione della statua "vivente" di Sant’Oronzo in Lu puparu tra il pubblico sbalordito e il fragore dei fuochi pirotecnici…

Il nuovo millennio viene festeggiato con la straordinarietà di due nuovi lavori: il remake di Rrobba t’emicranti e l’inedita Osci è duminica: stative scitti! dell’Abati, di cui il P.T.S. detiene l’esclusiva sulle "prime" delle opere del Maestro. Per il 2001, interrotta temporaneamente la collaborazione con l’Abati, il Piccolo Teatro, oltre a La Furtuna del Protopapa presentata dai "cadetti" dell'associazione, si cimenta sulle opere di un nuovo autore salentino, Sergio Contaldo, giovane e piacevole sorpresa del nostro vernacolo. La sua L’eredità de don Cicciu Marrazzu è stata acclamata ovunque. La stagione 2003 si apre ricca di appuntamenti: prima di dare il via alla tournèe estiva il P.T.S. è nuovamente in Svizzera. A Losanna (7-8-9 giugno) riscuote un grande successo presentando al pubblico di emigranti salentini E mo…fazza Diu!. A rimanere indelebile nella memoria di tutti sarà sicuramnte la nuova edizione del dramma sacro La Vergine di Tropea del prof. Antonio De Donno diretta dal prof. Fernando De Luca.