Al teatro Comunale di Leverano "Memorie d'Arneo"

LEVERANO - Sabato 30 aprile alle 20.45 il Teatro Comunale ospita la prima assoluta di “Memorie d’Arneo”, uno spettacolo di e con Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno con musiche composte ed eseguite dal vivo dal violoncellista Redi Hasa prodotto da Ura Teatro con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia e del Comune di Leverano in collaborazione con Unione dei Comuni Union3 e CoolClub. Dopo lo spettacolo, un breve incontro con i due attori e la proiezione del video/documentario a cura del regista Giuseppe Pezzulla con la produzione esecutiva di Teresia film.

Le occupazioni nell’Arneo a cavallo tra anni ’40 e ‘50 sono la conclusione di una straordinaria stagione di lotte per il lavoro e per la dignità dell’uomo e hanno contribuito fortemente alla costruzione dell’identità di quel territorio. Raccontare di quei fatti, di quelle speranze, di quelle conquiste, vuol dire raccontare un sud del mondo che chiede, ora e sempre, che venga ascoltato il suo pensare, il suo conoscere, perché sono tante le strade che si possono percorrere e tanti i nomi di Dio. «Quella coscienza di sé, che appariva così radicata sino a pochi anni fa, è stata purtroppo snaturata via via da una cultura sempre più individualistica che ha finito per sbiadirne anche il ricordo. Crediamo che il teatro possa innestarsi efficacemente in questo processo e raccogliere la sfida di restituire una riflessione collettiva che torni a delineare il vivere civile», sottolineano Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno.

Dai Balcani alle terre della Tarantola a Robert Plant e Ludovico Einaudi: in un violoncello rubato Redi Hasa ha messo tutta la sua vita. Maestro e mago dello stile cantabile, racconta il mondo invisibile attraverso un suono maestosamente umano. Dopo aver lavorato per molti anni nell’ensemble di Ludovico Einaudi, nel 2021 Redi Hasa ha esordito da solista con “The Stolen Cello” (Decca Records), album ispirato alla sua storia di ragazzo, coinvolto nel conflitto albanese nei primi anni ’90, fuggito in Italia per cambiare vita con la cosa più preziosa che possedeva: un violoncello. 

Miriam Ratta