Uno spettacolo che fa luce su uno dei più controversi misteri nazionali: la scoperta dei falsi Modigliani. Un teatro civile che sa vestire i panni scomodi dell'inchiesta quello di Antonello Taurino e del suo spettacolo «Trovata una sega».
A trent’anni dai fatti, il racconto dell'incredibile sequenza di eventi, perfetta e casuale, che nell'estate 1984 portò al dragaggio del Fosso Reale alla ricerca di alcune sculture di Modigliani. A Livorno la conoscono tutti, questa storia: l'artista le avrebbe gettate laggiù nel 1909 in un moto d'ira per esser stato deriso dagli amici. Ma appunto, era solo una leggenda: al punto che dopo i primi giorni di inutili ricerche, Il Vernacoliere, con proverbiale senso dello sberleffo, titolava «Trovata una sega!». Quando invece il 24 luglio 1984 avviene il miracoloso recupero di tre teste che portò a Livorno le Tv di tutto il mondo, niente dubbi più per i più grandi critici d'arte dell'epoca, che sanciscono in coro unanime: «Sono di Modigliani!».
Un mese dopo venne fuori lo scherzo alla Boccaccio: erano opera di tre studenti buontemponi e di un pittore scapestrato che ce le avevano buttate, perché «visto che ‘un trovavan nulla, sicchè abbiam deciso di falli trova’ quaccosa» . Un teatralissimo clima di invasamento collettivo, una morte mai chiarita e tanta comicità involontaria fanno da sfondo a quello che fu definito «Lo scherzo del secolo».