- Creato 27 Settembre 2012
RAPPORTO SVIMEZ: AL SUD IL RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE
On. Ludovico Vico (Pd): "Quel rapporto parla della Puglia e di Taranto. Sovvertire la tendenza con la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni".
TARANTO - "L'Italia e il Meridione descritti dal Rapporto SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno – ndr) tracciano un quadro di allarmante stagnazione e crisi che inchioda ad azioni da porre in atto con urgenza, non solo pensando ai Fondi Europei, ma anche attraverso l'espansione del grado di industrializzazione dei nostri territori e la loro riqualificazione urbanistica, logistica e infrastrutturale."
Ludovico Vico, parlamentare pugliese del PD, commenta a caldo i dati sull'economia del Mezzogiorno messi in evidenza dall'importante ente di studio e ricerca, mettendo in luce il ruolo di protagonisti silenti in questo rapporto della Puglia e di Taranto.
"Se da un lato si evidenzia la capacità della Puglia rispetto alle altre regioni del Sud nell'utilizzo dei fondi strutturali, dall'altro proprio qui si gioca la difficile partita contro la desertificazione industriale del Mezzogiorno – commenta l'esponente del Partito Democratico – Un valore che SVIMEZ mette in evidenza sottolineando dati da crisi non solo economica ma anche sociale. E' la vicenda di Taranto ne è un esempio lampante.
Da quattro anni il Sud non cresce più e l'industria del meridione ha perso ben 147mila unità, pari ad un 15,5%, il triplo del Centro-Nord. Emergenza che colpisce in maniera particolare giovani e donne con dati da brivido – dice Vico – 329mila under 34 che dal 2008 al 2011 hanno perso il lavoro e le donne del Sud, spesso laureate e specializzate, costrette di fatto a una "segregazione occupazionale", con l'inattività per due donne su tre, che le pone ai confini del mercato del lavoro nazionale e locale.
Dei due milioni e 900mila irregolari italiani, 1milione e 200 risiedono al Sud, segno di come quella "povertà" raccontata dall'Associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno sia soprattutto una questione meridionale.
L'allarme dello Svimez suona dunque come l'anatema di questi tempi. Scompaiono comparti importanti dell'industria italiana e se per tutto il Paese vi è a rischio il valore dello spread per il Sud e alcune realtà produttive importanti c'è il pericolo più diffuso di una vera esplosione di emergenza sociale – sottolinea il parlamentare tarantino- ed è chiaro che tutto ciò non è questione ineludibile o rinviabile.
Si tratta dunque di programmare il futuro e sovvertire questa tendenza.
Lo sviluppo del Mezzogiorno è legato a grandi questioni che meritano un approccio sereno e non antitetico – puntualizza Ludovico Vico – perché l'espansione del grado di industrializzazione e internazionalizzazione delle imprese del Sud va costruito in un quadro di sostenibilità sociale ed ambientale delle produzioni. E se questo vale per l'ILVA di Taranto, che deve realizzare investimenti e innovare gli impianti, vale anche per la Puglia petrolchimica ed energetica.
Secondo punto non trascurabile è il valore delle infrastrutture materiali ed immateriali che si è in grado di mettere in campo – sostiene Vico – con città riqualificate ma anche competitive, grazie ad una rete di Porti, collegamenti ferroviari e l'approdo all'alta capacità, ma anche grazie agli investimenti sulle reti digitali, le energie rinnovabili e l'impresa culturale e sociale.
Un lavoro impegnativo – conclude Vico – che forse il Sud sarebbe in grado di affrontare con maggiore determinazione se solo si rendessero disponibili i fondi destinati alle politiche di coesione, come i fondi ex FAS destinati alla Puglia e a tutte le regioni meridionali."
- Creato 26 Settembre 2012
NARDO', "I neretini tra i più tassati d'Italia!"
"Rumors di Palazzo - affermano i consiglieri comunali di minoranza Pippi Mellone e Paolo Maccagnano - danno ormai per certa la decisione d'aumentare al massimo consentito per legge le aliquote comunali per Imu ed Irpef. Un salasso bello e buono che andrà a gravare sulle già tartassate famiglie neretine voluto dalla maggioranza degli sprechi e delle tasse di Marcello Risi."
NARDO' (Lecce) - "Rumors di Palazzo danno ormai per certa la decisione d'aumentare al massimo consentito per legge le aliquote comunali per Imu ed Irpef. Un salasso bello e buono che andrà a gravare sulle già tartassate famiglie neretine voluto dalla maggioranza degli sprechi e delle tasse di Marcello Risi."
Lo affermano in una nota i consiglieri comunali Pippi Mellone (Comunità Militante Andare Oltre) e Paolo Maccagnano (Noi X Nardò), che così proseguono: "Per essere precisi le misure allo studio della maggioranza "Arlecchino" sarebbero: aumento dell'Imu sulla prima casa dal 4x1000 a 7x1000; aumento dell'Imu sulla seconda casa dal 7.6 x 1000 al 10.6 x1000; aumento dell'aliquota comunale Irpef dallo 0.5 % al 0.8 %. Insomma una stangata in piena regola si sta per abbattere sulla testa dei neretini. Una stangata che servirà ai politici di Palazzo per coprire anni di sprechi e malgoverno. Una vergogna, l'ennesima, in un momento di crisi economica e sociale. Non ci bastava Monti, ci si mette anche Risi...
E così dopo la chiusura dell'Ospedale, la chiusura del Tribunale, la realizzazione di due condotte di scarico di reflui nel mare neretino, la nascita probabile di una centrale a biomasse sul nostro territorio, il mancato abbassamento del 50% della tassa sui rifiuti promesso in campagna elettorale, i 2.500 posti di lavoro promessi e che nessuno ha visto, i patrocini a pioggia, le consulenze a raffica, ecco la ciliegina sulla torta di Risi & Co: più tasse per tutti!", concludono i due consiglieri comunali di minoranza.
- Creato 08 Settembre 2012
Strage di immigrati al largo delle coste di Lampedusa
Una tragedia annunciata, l'ennesima quella accaduta a circa dodici miglia dalle coste italiane. un barcone carico di clandestini si è ribaltato. Sono stati tratti in salvo 54 occupanti.
LECCE - Una tragedia annunciata, l'ennesima quella accaduta a circa dodici miglia dalle coste italiane. un barcone carico di clandestini si è ribaltato. Sono stati tratti in salvo 54 occupanti.
Ancora una volta, un barcone pieno di persone è si è ribaltato forse per l'eccessivo carico, forse per le avverse condizioni del mare, e non è mai arrivato in prossimità di Lampedusa, dove era diretto, ed è stato avvistato dagli uomini delle squadre di soccorso verso le due del mattino, spezzando le speranze di stranieri che scappano via dalle loro drammatiche esistenze nei loro paesi d'origine per trovare rifugio in quelli che vengono definiti "paesi sviluppati".
Chi era a bordo parla di 100-110 occupanti a bordo della carretta del mare, ma al momento ne sono stati recuperati solo 54: quarantasei di loro sono riusciti a raggiungere a nuoto la vicina isola di Lampione, in territorio italiano, mentre gli altri sette ritrovati sono stati tratti in salvo dai mezzi di soccorso che si sono mobilitati immediatamente per le ricerche.
All'appello, quindi, mancherebbero circa 40 persone, che al momento risultano disperse, anche se gli uomini della Capitaneria di Porto Italiana stanno ancora verificando l'effettivo carico della barca.
Una delle versioni che più convincono gli inquirenti è che il barcone sia stato quasi trainato fino a Lampione da un'altra barca su cui erano gli scafisti e la tragedia sia avvenuta durante le fasi d'avvicinamento alla piccola isola.
In un momento in cui gli sbarchi continuano nel Salento alla Sicilia e Calabria, seminando decine e decine di morti nel Mediterraneo, ed è noto che migliaia sono coloro che sulle coste della Libia sono pronti a partire, il Governo Monti ha calato un velo d'indifferenza sul gravissimo problema.
In particolare accendendo i riflettori su questi fatti, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" sottolinea che moltissimi di coloro che sono arrivati oltre un anno fa dalla Libia in guerra, attende ancora un permesso di soggiorno umanitario.
La gran parte sono cittadini non libici, che da anni vi lavoravano che erano già fuggiti via dal loro paese per gravi motivi per cui chiediamo immediate risposte a tutela dei loro diritti ed affinché non si verifichino più tragedie quotidiane come quella accaduta in data odierna.
- Creato 12 Settembre 2012
"IL PRESIDENTE VENDOLA DIMENTICA I LAVORATORI PUGLIESI"
"È facile ergersi a paladino dei lavoratori tutte le volte che c'è da apparire sulla scena mediatica nazionale - ha detto il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro -, soprattutto quando si è in campagna elettorale".
BARI - "Quale "società" vuole migliorare il presidente Vendola se dimentica i lavoratori di casa sua? È facile ergersi a paladino dei lavoratori tutte le volte che c'è da apparire sulla scena mediatica nazionale, soprattutto quando si è in campagna elettorale. Un po' più complicato per lui, invece, è interessarsi dei 1200 Lsu che attendono da circa due anni la maggiore corresponsione per l'aumento dell'orario di lavoro e il riconoscimento della contribuzione ai fini pensionistici".
Lo ha detto il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro.
"La campagna elettorale referendaria – ha sottolineato il capogruppo Udc – sta facendo emergere contraddizioni e paradossi di un presidente sempre più distratto dal sogno romano, che ama le foto accanto ai lavoratori di Pomigliano d'Arco e dimentica 1200 lavoratori impegnati nei progetti socialmente utili di Puglia per i quali, attraverso la legge di bilancio 2011, era stato stabilito una maggiore corresponsione per l'aumento dell'orario di lavoro e il riconoscimento della contribuzione ai fini pensionistici.
Tutto stabilito da una legge approvata dal Consiglio a cui la Giunta regionale non ha mai dato attuazione. Voglio ricordare che, in questi due anni, come Gruppo Udc abbiamo prodotto due interrogazioni consiliari sull'argomento senza mai ricevere alcuna risposta. Probabilmente questi lavoratori sono figli di un Dio minore e non contribuiscono ad accrescere il consenso elettorale.
Ma il presidente Vendola dimentica che questi Lsu sono anche figli di quella Puglia che gli ha rinnovato fiducia due anni orsono e che ora si sente tradita dal suo disimpegno. Illudere 1200 lavoratori e le loro famiglie non contribuisce certo a recuperare credibilità da parte della politica e le campagne per il lavoro a livello nazionale del presidente Vendola rischiano di restare un guscio vuoto se non le si riempie di fatti concreti che devono realizzarsi innanzitutto nella sua Puglia.
Perciò – ha concluso il presidente Negro – sollecitiamo il Governo regionale a dare risposte concrete su questo argomento, perché sono queste le azioni attraverso cui si misura la capacità di governo e non attraverso slogan e proclami. Allo stesso tempo auspichiamo ancora una volta che l'on Vendola voglia rivedere le sue posizioni e che torni ad assicurare il massimo impegno sul territorio per lenire il disagio e le sofferenze di tanti strati della popolazione pugliese e ridare fiducia alla gente, soprattutto a chi vive il dramma della precarietà".
- Creato 22 Agosto 2012
Randagismo in Puglia: "Il sindaco di Trinitapoli meriterebbe solo di essere mandato a casa subito"
Spero che il Presidente della regione intervenga su questo argomento, ma spero anche che aumenti la sensibilità nei confronti di tutti gli animali perché come dice la ormai troppo citata frase di Ghandi, La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.
PERUGIA - Riceviamo da una nostra lettrice il seguente contributo, concernente la questione randagismo, che pubblichiamo integralmente.
"Vivo in Umbria e spesso mi sono lamentata dell'insensibilità dei miei concittadini nei confronti degli animali. Tutto questo è però nulla in confronto alle notizie che arrivano dalle regioni meridionali e che danno un quadro veramente terrificante della situazione in regioni come la Puglia, la Campania, la Calabria.
Mi chiedo come un politico che ha fondato un partito dal nome Sinistra, ecologia e libertà possa non prendersi cura di questi problemi.. Ecologia significa cura dell'ambiente e quindi anche di tutti gli esseri viventi, significa adottare politiche e strategie che rendano accettabile la convivenza tra le varie specie.
Combattere il randagismo non è una cosa da ricchi borghesi, è una necessità per tutti, soprattutto per quelli che non amano gli animali. Sterilizzare, microcchippare gli animali, finanziare strutture ricettiva adatte può solo migliorare la vita di tutti.
Il Sindaco di Trinitapoli che risponde "Mi sono rotto" meriterebbe solo di essere mandato a casa subito. Non si risponde così a nessuna richiesta dei cittadini, anche perché il sindaco è AL SERVIZIO dei cittadini.
Spero che il Presidente della regione intervenga su questo argomento, ma spero anche che aumenti la sensibilità nei confronti di tutti gli animali perché come dice la ormai troppo citata frase di Ghandi, La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.
Cordiali saluti.
Lucia Mencaroni
Todi (PG)"